Internet, il passaparola e il virale

Jeff Duntemann, l’autore del primo libro di programmazione che ho letto nella mia vita, quello sul Borland Pascal (per dovere di cronaca in realtà il primo che ho acquistato era sul C++), nel 1998 ha scritto sul suo blog questo post che cito per intero:

We’re getting to the day where almost any software application or utility you could describe is out there somewhere—in many cases freely downloadable from half a dozen places. A friend of mine is putting together a small conference for independent Catholic priests and bishops, and wanted to know if I’d seen any software for managing conference, attendees, fees, schedules and stuff. Sure as..er..heck, I found a package in about ten minutes. I mentioned in VDM that I’d like to have a software gizmo that magnified the cursor region so I could bulls-eye the mouse pointer into those teeny little Explorer interface plus/minus boxes. Sunuvugun, four or five such things already exist. When there were fewer things in the world, word-of-mouth was easy. Now there are a near-infinite number of things in the world, and no one has the breadth of attention to be able to snag word-of-mouth on more than a tiny fraction of it. I’m quite sure that managing word of mouth is the key to making money with software distributed on the Web. Many people say they know how to do this. I’ve seen no evidence that anyone does. I think about it a lot, and if I come up with any useful idea you’ll see them here.

Fondamentalmente sostiene che ogni tipo di software è stato già scritto, la vera difficoltà sta sia nel trovarlo sia nel sapere che esiste (da qualche parte). In passato quando c’erano molti meno programmi (e di qualità superiore aggiungerei) era molto più facile scoprirli grazie al passaparola. Secondo lui la chiave per fare soldi con il software distribuito sul web è tramite un buon “passaparola”, che oggi applicato al mondo Internet tutti noi conosciamo come la tecnica del marketing virale. [ROTFL – sembra stiamo parlando di Ken Shiro e della tecnica di Hokuto – ci manca il colpo segreto del Drago Nascente dei Cavalieri Dello Zodiaco] Questo discorso veniva fatto il 17 Agosto 1998, sono passati quasi 20 anni ma gli argomenti sono più attuali che mai.

Personalmente sostengo che un altro grave problema della frammentazione e dispersività di Internet è raggiungere know-how informatico e spiegazioni tecniche di qualità. Ci sono davvero tanti, troppi articoli tecnici su qualsiasi argomento possibile immaginabile, ma riuscire ad individuare quello giusto, spiegato in maniera chiara e concisa, è molto molto difficile: il rischio è perdere intere giornate sui motori di ricerca saltando ossessivamente da un articolo all’altro senza mai arrivare al nocciolo della questione. Cosa peggiore è che MOLTO spesso gli articoli più gettonati, ossia quelli che escono tra i primi risultati nei motori di ricerca, contengono informazioni non troppo esaustive o impostate in maniera approssimativa. Anche le conoscenze distribuite negli infiniti forum tecnici sparsi per il mondo ormai iniziano ad essere sempre più “standardizzate”; benchè i forum conservano ancora il fascino della condivisione costruttiva delle informazioni tra gli utenti partecipanti.

Malgrado nel mondo mobile (iPhone, Android, Windows) esiste un market centralizzato che consente la ricerca di applicazioni per parole chiave e/o suddivise per categorie, essere trovati senza adeguate (e costose) campagne pubblicitarie risulta estremamente difficile, a meno che l’utente non cerchi espressamente la funzionalità del vostro programma. Se l’applicazione è innovativa, quindi propone un qualcosa di completamente nuovo, bisogna per forza informare l’utente, fargli sapere che la novità esiste. Questa dispersività appare ancora più evidente quando si entra nel mondo dei software web “puri”. Nei motori di ricerca sono concentrate un numero talmente sterminato di informazioni che l’unico modo di farsi trovare dai clienti è pagare l’advertising.

Questa sembra essere diventata la vera sfida del futuro, farsi trovare farsi pubblicità farsi conoscere: ci si concentra sempre meno sulla qualità dei prodotti, che in ogni caso il consumatore non valuta neanche più (ammesso lo sappia fare)…

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